LA DIVINA COMMEDIA - Pavia Trasgressiva

LA DIVINA COMMEDIA - Pavia Trasgressiva

Poeta fui, e cantai di buongusto


figliuolo io son propio troia,


poi che del pisello ogni giorno è quello giusto.


 


Ma tu perchè ritorni a tanta noia?


perchè non sali il dilettoso pene compiacente


ch'è principio e cagion di tutta gioia?


 


Or sei tu quel Virgilio dal pene imponente


che spandi il tuo seme com 'largo fiume?


chiesi io lui con vergognosa fronte.


 


O de li altri poeti onore e lume,


donami 'l lungo orgasmo e 'l grande amore


che m'ha fatto cercare il tuo volume.


 


Tu sè il mio maestro e il mio provocatore,


tu sè solo colui da cù io tolsi


lo bello stilo che m'ha fatto onore.


 


Vedi la bestia per cù io mi volsi;


aiutami da lei, famoso saggio,


ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi.


 


A te uomo convien tenere altro assaggio,


rispose, poi che lagrimar mi vide,


se vuoi il mio cul attento è selvaggio;


 


chè questa bestia, per la qual tu gride,


non lascia altrui passar per da questo buco,


ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide;


 


e a natura si malvagia ch'è sinfila mentre son seduto,


che mai non empie la bramosa voglia,


e dopo 'l pasto ha più fame che pria dell'evento malcapitato.

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