NON C'E' DUE SENZA TRE - 2^ puntata - Foligno (PG) - Pavia Trasgressiva

NON C'E' DUE SENZA TRE - 2^ puntata - Foligno (PG) - Pavia Trasgressiva

Ho acceso la abat-jours.
- Elettra, sei tu? Che cazzo fai?
Ha sollevato la mia maglia e si è gettata sui miei grossi seni succhiandoli e mordendomi i capezzoli. Poi si è tolta l'accappatoio e le mutande, che erano macchiate di muco verdastro.
- Ma cosa ti è successo? Tu che eri sempre così attenta e schizzinosa...
- Scusa, ma da quando sto con Massimo, mi è venuta la vaginite...
Non ero turbata, anzi trovavo eccitante che quelle secrezioni fossero come una punizione per essersi messa con un maschio, per avermi abbandonato.
- Tranquilla... non mi fa schifo niente di te...
Ho mormorato, sospirando e fremendo dalla testa ai piedi. Elettra si è sentita a suo agio ed è scivolata giù, attraversando lo stomaco per raggiungere la mia fica. Era un percorso che conosceva bene. La situazione era ambigua, ma io non mi sentivo in colpa. Dopotutto, non ero stata invitata da un'estranea, ma dalla mia migliore amica/ex amante, e il fatto che a piano terra ci fosse il suo uomo non erano problemi miei. Almeno così credevo. Mi sono lasciata andare, ho assecondato ogni suo movimento e ho cercato le sue tette piccole, dure e meravigliose. Come le amavo... io, con mammellone cadenti 4^ misura, le invidiavo quanto lei invidiava e ammirava le mie. Quando le ho prese tra le dita massaggiandole una ad una, con l'altra mano ho accarezzato la sua vulva carnosa. Ero sorpresa che la fessa di Elettra stesse già gocciolando di umori. Mi piaceva sentire quela pelle resa dolce e bagnata tra le mie dita, e mi era sempre piaciuto anche il modo in cui lei mi sapeva coccolare. Come ho già detto, era l'unica esperienza lesbica della mia vita e mi mancava molto da quando si era messa con quel fesso di Massimo. Mentre pensavo al nostro passato, lei ha cominiato a leccarmi la figa dopo aver divaricato le grandi e piccole labbra a colpi di lingua. Ho allargato le gambe per agevolarla e poi mi sono piegata a 69. Così, mentre Elettra si occupava di me, io facevo la stessa cosa con lei.
A un certo punto, ho sentito un rumore strano, ovattato, ho alzato lo sguardo e ho intravisto l'ombra di un uomo dietro la porta socchiusa. Non poteva che essere Massimo che, da imbecille quale era, si stava facendo una sega, senza accorgersi che il suo profilo era proiettato sul muro del corridoio, a causa della luce sulle scale. Ho deciso di far finta di niente, anche perchè Elettra stava sussultando di piacere e io ero vicina all'orgasmo.

CONTINUA

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